Stasera in tv Suburra con Pierfrancesco Favino: il crime italiano che ha fatto discutere tutta Italia

In sintesi

  • 🎬 Suburra
  • 📺 Rai Movie HD, ore 21:10
  • 🕵️‍♂️ Un film crime che racconta la Roma oscura tra potere, criminalità organizzata, corruzione politica e decadenza morale, con un cast d’eccezione e una regia che eleva il genere a livello internazionale.

Suburra, Stefano Sollima, Pierfrancesco Favino, crime italiano, giustizia, corruzione politica: se stasera cerchi qualcosa che scuota, emozioni e faccia discutere, il film da non perdere in TV è senza dubbio Suburra, in onda alle 21:10 su Rai Movie HD. Un appuntamento che è molto più di un semplice film: è uno sguardo impietoso e nerissimo sull’anima di Roma, tra palazzi del potere, criminalità radicata, collusione e un senso di decadenza morale che si insinua nelle pieghe del nostro presente.

Suburra: Roma tra potere, mafia e pioggia torrenziale

Quando il cinema si fa specchio della società, non sempre riflette immagini gradevoli. In Suburra (2015), Stefano Sollima – già padre putativo di serie rivoluzionarie come Romanzo Criminale e Gomorra – spara a zero equivoci: l’Italia attraversa uno dei momenti più delicati della sua storia recente, con le dimissioni (vere) di Silvio Berlusconi e, per esigenze narrative, perfino quelle immaginarie di Papa Ratzinger. In questa cornice da fine impero si incastrano le vicende di uomini senza più padri (né morali, né istituzionali), diretti su un binario morto dove potere, Chiesa e malavita sono inestricabilmente legati.

Alla base di tutto, una trama che affonda le radici nella cronaca: traffici, accordi segreti, sogni di una “Las Vegas sul litorale di Ostia” pronti a sommergere la città eterna sotto una pioggia incessante, tanto reale quanto metaforica. Sollima ci porta per mano tra salotti dorati e periferie devastate, dove il confine fra bene e male si dissolve tra denaro, sangue e compromessi.

Un cast d’oro e il crime italiano che vira internazionale

Il livello attoriale di Suburra è semplicemente clamoroso. Pierfrancesco Favino (deputato corrotto che fa tremare per intensità), Elio Germano (imprenditore scivolato nell’abisso), Claudio Amendola (Samurai, l’anello di congiunzione tra criminalità e potere), Alessandro Borghi (Numero 8, il boss di Ostia che ha reso iconico) e Greta Scarano (Viola, inquietante e affascinante, forse il personaggio femminile più magnetico del crime italiano degli ultimi anni): qui ognuno sembra recitare il ruolo di una vita. Pare quasi di assistere a un passing of the torch generazionale: i “senatori” Favino e Amendola consolidano il loro status, Germano conferma il suo tocco camaleontico, Borghi esce salito di livello e Scarano si afferma definitivamente.

Il regista, Sollima, eleva il tutto in chiave internazionale: ritmo alto, fotografia cupa e tagliente, atmosfere gonfie d’attesa e una colonna sonora elettronica firmata dai M83 che resterà in testa per giorni. È la notte del cinema italiano che osa guardare in faccia l’oscurità, senza sconti e senza paternalismo.

  • L’ambientazione tra Ostia e Roma non è solo decorativa: è parte stessa della narrazione, respirabile nelle strade vuote e nelle piogge torrenziali, quasi un’inondazione morale che cancella ogni residuo di etica.
  • I protagonisti, dal Samurai all’implacabile Numero 8, incarnano un’Italia dove le vecchie regole sono crollate e “padri” politici, religiosi o criminali non esistono più.

Perché Suburra è ancora un film culto? Qualche chicca nerd e storica

Il nerd cinefilo che è in noi non può che esaltarsi: Suburra va oltre il poliziesco tradizionale. Prende la cronaca e la trasforma, romanzando figure ispirate a reali protagonisti dello scandalo Mafia Capitale e anticipando, con inquietante puntualità, molti risvolti della nostra storia recente. La dedica di Sollima al padre Sergio (regista di poliziotteschi anni ’70) non è solo una questione personale, ma un passaggio di testimone nella narrazione del crimine “all’italiana”. E il successo non è stato casuale: 4,5 milioni di euro d’incasso, due Nastri d’Argento, un giudizio medio altissimo tra pubblico e critica, una valanga di discussioni sui social e, non da ultimo, la consacrazione di una nuova golden generation di attori.

Alcune scene sono ormai leggendarie: il party devastante, l’ombra lunga di Samurai, la pioggia che cade come un castigo biblico sulla città e la straordinaria costruzione corale di una Roma dove nulla è più sacro e tutto è negoziabile. Il suo lascito? Una serie tv Netflix acclamata, imitatori a non finire e un modo di raccontare l’Italia e le sue ombre che ha fatto scuola anche all’estero.

Cosa guardare stasera? Il crime che ci riguarda tutti

Non si tratta solo di una storia di criminalità o potere: Suburra ci mette davanti a uno specchio che spesso evitiamo. Racconta una società senza più padri, dove la legge, la fede e l’etica sono solo pedine di un gioco sporco. L’assenza dei riferimenti forti e l’avanzata della criminalità organizzata non sono solo fiction: sono interrogativi sul presente che fanno discutere e dividere ancora oggi. Dopotutto, Suburra è quella Roma “antica e senza tempo” che vive di eterna lotta tra luce e oscurità. E chissà, domani potresti ancora ritrovarci ombre più attuali che mai.

Quindi questa sera, lasciatevi travolgere dall’uragano di emozioni che solo il crime italiano più ambizioso può regalarvi: appuntamento alle 21:10 su Rai Movie HD con Suburra.

Cosa rende Suburra così attuale ancora oggi?
Corruzione politica dilagante
Assenza di padri morali
Collusione potere e crimine
Decadenza etica generale
Cronaca che supera fiction

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