In sintesi
- 🎬 La tenerezza
- 📺 Rai 3 HD, ore 21:05
- 💔 Un film drammatico diretto da Gianni Amelio che racconta, attraverso la storia di Lorenzo e la sua famiglia nella Napoli borghese, le difficoltà di esprimere i sentimenti autentici e la ricerca di una nuova apertura emotiva; interpretazioni intense di Renato Carpentieri ed Elio Germano, per un cinema italiano che esplora le fragilità umane con delicatezza e profondità.
La tenerezza, Renato Carpentieri, Elio Germano, Gianni Amelio e Napoli borghese: sono queste le entità chiave che dominano la scena televisiva di questa sera, venerdì 18 luglio 2025, su Rai 3 HD alle 21:05. Il film drammatico diretto da uno dei nostri registi più amati, Gianni Amelio, è considerato un piccolo gioiello del cinema italiano contemporaneo, capace di toccare corde profonde e universali con una delicatezza fuori dal comune. Se stai cercando un titolo di qualità che sappia parlare di sentimenti senza scadere nella retorica, stasera la scelta è obbligata.
La tenerezza: un dramma intimista con Renato Carpentieri nella Napoli borghese
Ambientato in una Napoli mai vista prima, lontana dalle periferie criminali e immersa in una dimensione borghese fatta di silenzi e rimpianti, La tenerezza racconta di relazioni familiari difficili e di quell’incapacità tutta italiana (e universale) di esprimere emozioni autentiche. Il protagonista è Lorenzo, interpretato da un Renato Carpentieri monumentale, che dopo una vita passata a costruire distanze si ritrova, quasi controvoglia, a dover fare i conti con ciò che resta dei suoi affetti: i figli Elena (Giovanna Mezzogiorno) e Saverio, la giovane coppia dei vicini (Elio Germano e Micaela Ramazzotti), e il vuoto lasciato da una tenerezza sempre rimandata.
Il film, ispirato al romanzo “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone, non cerca mai la lacrima facile: ogni emozione è trattenuta, ogni gesto pesa come una montagna. Eppure, in questa narrazione asciutta e rigorosa, la forza dei sentimenti si fa quasi insostenibile, tanto è vero che Amelio ha costruito una regia che privilegia il non detto, lasciando agli sguardi e ai silenzi il compito di narrare ciò che le parole non dicono.
Cast stellare e premi: Renato Carpentieri, Elio Germano e un film pluripremiato
Lo diciamo senza giri di parole: il cast di La tenerezza è da manuale. Renato Carpentieri, che proprio grazie a questa interpretazione si è aggiudicato il suo primo David di Donatello come protagonista dopo una carriera teatrale e cinematografica già leggendaria, ci regala un personaggio aspro e vero, toccando l’apice di un realismo quasi doloroso. Accanto a lui, Elio Germano offre una prova vibrante e piena di sfumature come giovane padre carico di rabbia e dolcezza. Da nerd del cinema italiano non possiamo non sottolineare l’alchimia tra Micaela Ramazzotti, presenza solare e inquieta, e Germano, insieme per una delle rare volte in un film così intenso.
- Renato Carpentieri: Lorenzo, padre distante e protagonista assoluto
- Elio Germano: Fabio, giovane vicino e padre
- Micaela Ramazzotti: Michela, simbolo di vitalità e speranza
- Giovanna Mezzogiorno: Elena, figlia in cerca di riconciliazione
- Greta Scacchi: Rossana, madre dei figli di Lorenzo
La regia di Gianni Amelio, da sempre ossessionata dalle fragilità umane e dalla solitudine, raggiunge in questo film un equilibrio altissimo, rafforzato dalle 7 candidature e 4 vittorie ai Nastri d’Argento, 8 candidature e un David di Donatello, a testimoniare la qualità e l’impatto culturale di questa pellicola.
Napoli borghese, retroscena e impatto culturale di “La tenerezza”
Uno degli aspetti più sorprendenti di La tenerezza è la sua capacità di restituire un’immagine di Napoli opposta ai cliché. Qui non c’è traccia della città spettacolare delle fiction o delle narrazioni criminali; la Napoli borghese viene ritratta come uno spazio sospeso, dove il vero nemico sono le emozioni represse e i fantasmi del passato. Questo scarto stilistico ha reso il film un caso a livello critico, tanto che molti hanno parlato di una “Napoli nordica”, più vicina ai drammi familiari francesi che al cinema partenopeo tradizionale.
Da un punto di vista “nerd”, il film è un laboratorio emozionale che lavora in sottrazione: nulla viene mai spiegato, tutto si intuisce dalle sfumature. Gli amanti della recitazione troveranno pane per i loro denti nell’analisi dei dettagli, dei gesti e degli sguardi; chi segue la carriera di Amelio sa quanti fili sottili abbia intrecciato con i suoi film precedenti sulla famiglia e l’incomunicabilità.
La tenerezza ci consegna la rappresentazione di una generazione (e forse di più generazioni) che deve imparare di nuovo – o per la prima volta – a lasciarsi andare ai sentimenti. Non è certo una visione leggera, ma è proprio il suo coraggio nell’affrontare il dolore e nel cercare una nuova apertura emotiva ciò che lo rende un titolo da non perdere, una di quelle pellicole che restano dentro e fanno discutere anche dopo la fine dei titoli di coda. E chi ama le sfide drammaturgiche troverà un esempio da manuale di cinema italiano capace di guardare alla vita con occhi crudi ma ancora, ostinatamente, pieni di speranza.
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