Perché le persone tradiscono davvero? Ecco cosa nasconde l’infedeltà, secondo la psicologia

Tradimento: la verità che nessuno ti ha mai raccontato su cosa spinge davvero le persone a tradire

Alzi la mano chi non ha mai pensato che chi tradisce sia semplicemente una persona senza scrupoli o con scarso autocontrollo. Ecco, puoi abbassarla, perché stai per scoprire che la realtà è molto più complessa di quello che ci hanno sempre raccontato i film e le soap opera.

La psicologia moderna ha letteralmente ribaltato tutto quello che credevamo di sapere sull’infedeltà. Dopo anni di ricerche, interviste e analisi comportamentali, gli esperti sono arrivati a una conclusione che potrebbe farti riconsiderare completamente il fenomeno del tradimento: nella maggior parte dei casi, non è questione di morale, ma di bisogni emotivi profondi che non trovano risposta.

Non stiamo parlando di giustificare nessuno, sia chiaro. Ma capire cosa succede davvero nella mente di chi tradisce può fare la differenza tra una coppia che si distrugge per sempre e una che trova un modo per ricostruirsi più forte di prima.

Non è quasi mai questione di attrazione fisica

Preparati a rimanere sorpreso. Secondo una ricerca della Utrecht University, le motivazioni principali dietro l’infedeltà hanno molto poco a che vedere con l’attrazione fisica improvvisa o con la ricerca di avventure sessuali. I dati parlano chiaro: mancanza di dialogo, carenza di attenzioni, insoddisfazione emotiva e la sensazione di non essere più desiderati sono le vere cause scatenanti.

È come se il tradimento fosse il sintomo di una malattia più profonda che ha colpito la relazione. Come quando hai sempre fame, ma invece di cucinare un pasto nutriente vai al distributore automatico: non è la scelta migliore, ma riempie temporaneamente il vuoto che senti dentro.

Gli studi condotti da Mark nel 2011 e da Russell nel 2013 hanno confermato quello che molti terapeuti di coppia sospettavano da tempo: chi tradisce, nella stragrande maggioranza dei casi, non cerca sesso migliore, ma cerca di colmare un buco emotivo che si è creato nella relazione principale. Stiamo parlando di bisogni umani fondamentali come sentirsi apprezzati, desiderati, ascoltati.

Le vere motivazioni secondo la scienza

Selterman e il suo team di ricercatori hanno identificato un pattern ricorrente nelle motivazioni che spingono al tradimento. Preparati, perché la lista potrebbe farti riflettere sulla tua relazione attuale:

  • Bisogno disperato di autostima: quando non ci si sente più valorizzati in casa, si cerca validazione altrove
  • Fame di intimità emotiva: non solo sesso, ma qualcuno che ti ascolti davvero
  • Sensazione di invisibilità: quando il partner smette di vederti come una persona interessante
  • Ricerca di passione perduta: il bisogno di sentirsi di nuovo vivi e desiderabili

Secondo i sondaggi condotti da YouGov in Italia, queste dinamiche si ripetono in modo impressionante. Non stiamo parlando di persone cattive, ma di persone che hanno smesso di sentirsi vive nella propria relazione e cercano disperatamente di ritrovare quella sensazione altrove.

Il fantasma dell’infanzia che torna a bussare

Ecco dove la storia diventa davvero interessante e un po’ inquietante. Hai mai sentito parlare della teoria dell’attaccamento? È una di quelle scoperte della psicologia che dovrebbero insegnare a scuola, perché spiega tantissimo di come funzioniamo nelle relazioni da adulti.

In pratica, il modo in cui i nostri genitori si sono presi cura di noi nei primi anni di vita ha creato dei “modelli interni” su come dovrebbero funzionare le relazioni. Se da piccoli abbiamo vissuto incostanza emotiva, rifiuto o trascuratezza, il nostro cervello da adulto può sviluppare quello che gli esperti chiamano “stile di attaccamento insicuro”.

E qui arriva il colpo di scena: secondo gli studi di Brennan, Clark e Shaver del 1998, le persone con attaccamento insicuro hanno una probabilità statisticamente maggiore di tradire. Non perché siano persone orribili, ma perché il loro cervello ha imparato a percepire le relazioni come instabili e minacciose. È come se avessero sempre un piede fuori dalla porta, pronti a scappare o a cercare conferme altrove quando le cose si complicano.

Le ricerche di Zietsch del 2014 hanno addirittura scoperto che potrebbero esserci componenti genetiche che influenzano la tendenza all’infedeltà. Ma attenzione: avere una predisposizione genetica non significa essere condannati a tradire. È come essere predisposti al diabete: se lo sai, puoi prendere le giuste precauzioni.

I segnali d’allarme che tutti ignorano

Prima che tu corra a controllare il telefono del tuo partner o a fare l’analisi del DNA per scoprire le sue predisposizioni genetiche, facciamo un respiro profondo. Il punto non è diventare paranoici, ma imparare a riconoscere quando una relazione sta scivolando in territorio pericoloso.

Andrea Pintus, psicologo specializzato in terapia di coppia, ha identificato alcuni campanelli d’allarme che si ripetono in modo impressionante nelle coppie dove poi si verifica l’infedeltà. E no, non stiamo parlando di “lui non abbassa mai la tavoletta del water” o “lei lascia sempre i capelli nel lavandino”.

I veri segnali di pericolo sono più sottili ma devastanti: la perdita totale di ascolto emotivo, la routine che ha spento ogni curiosità reciproca, la sensazione di essere diventati coinquilini invece che amanti, e soprattutto quella terribile percezione di non essere più visti dal proprio partner. È come se uno dei due, o entrambi, diventassero fantasmi nella propria relazione.

L’autostima che gioca il peggior scherzo della vita

Parliamo di un altro elemento che emerge costantemente dalle ricerche e che potrebbe sembrare controintuitivo. Spesso chi tradisce non lo fa perché si sente irresistibile e sicuro di sé, ma esattamente per il motivo opposto.

Le persone con bassa autostima hanno una fame costante e insaziabile di validazione esterna. È come avere un serbatoio dell’amor proprio completamente bucato: per quanto il partner cerchi di riempirlo con amore e attenzioni, si svuota sempre. E quando qualcun altro arriva con complimenti freschi, sguardi ammirati e quella sensazione di “novità”, la tentazione di fare il pieno altrove diventa quasi irresistibile.

Questo spiega perché molti tradimenti avvengono proprio nei momenti di maggiore vulnerabilità: dopo una promozione mancata, durante una crisi di mezza età, quando ci si sente particolarmente ignorati dal partner, o nei periodi di cambiamento importante. Non è una scusante, è una spiegazione che può aiutare a capire e prevenire.

Tradimento fisico vs tradimento emotivo: quando il cuore fa più male del corpo

Dobbiamo aprire un capitolo fondamentale perché non tutti i tradimenti sono uguali, e questa distinzione può letteralmente salvare o distruggere una coppia. Gli psicologi distinguono nettamente tra infedeltà fisica e infedeltà emotiva, e preparati perché quello che stai per leggere potrebbe ribaltare le tue convinzioni.

L’infedeltà emotiva è quando il tuo partner sviluppa un legame profondo e intimo con qualcun altro senza necessariamente arrivare al contatto fisico. Stiamo parlando di messaggi carichi di emozioni, confidenze intime su paure e sogni, quella complicità speciale che dovrebbe essere riservata alla coppia ma viene condivisa con un’altra persona.

Il dato scioccante? Secondo gli studi di Leeker e Carlozzi del 2012, molte persone soffrono di più per l’infedeltà emotiva che per quella fisica. È come se il tradimento del cuore e della mente facesse più male di quello del corpo.

Le ricerche di Levy del 2011 hanno anche scoperto una differenza interessante tra uomini e donne: gli uomini tendono a essere più devastati dal tradimento fisico, mentre le donne soffrono maggiormente per quello emotivo. Ma attenzione, entrambi i tipi possono distruggere completamente una relazione se non vengono affrontati nel modo giusto.

La rivoluzione digitale ha cambiato tutto

E poi c’è l’elefante nella stanza di cui nessuno parla abbastanza: i social media, le app di dating, WhatsApp, Instagram. La tecnologia ha reso l’infedeltà più accessibile che mai nella storia umana. Non serve più frequentare gli stessi posti, avere occasioni fisiche di incontro o elaborate macchinazioni. Basta uno swipe, un like a una foto particolare, un messaggio privato.

Questo ha creato una zona grigia enorme di comportamenti che le generazioni precedenti neanche immaginavano. È tradimento mettere like alle foto in bikini dell’ex? Chattare intimamente con qualcuno online anche se non ci si incontra mai? Avere conversazioni profonde con un collega su WhatsApp fino a notte fonda?

Le indagini condotte dalle agenzie investigative private confermano che i social network sono diventati la principale fonte di prove di infedeltà, attraverso messaggi, commenti e interazioni che vengono considerate significative ai fini delle investigazioni private.

Quando il danno è fatto: si può davvero ricostruire?

Arriviamo alla domanda che tutti si fanno ma nessuno vuole fare ad alta voce: quando succede un tradimento, che diavolo si fa? La risposta non è né “lascia tutto e scappa” né “perdona e fai finta di niente”. È qualcosa di molto più complesso che dipende da una montagna di fattori.

Prima di tutto, bisogna capire se il tradimento è stato un episodio isolato in un momento di particolare vulnerabilità o se fa parte di un pattern più ampio, magari di una doppia vita portata avanti per anni. Non stiamo facendo una classifica della gravità, ma è oggettivo che i percorsi di recupero siano completamente diversi.

Lilac Charny, psicologa clinica e terapeuta di coppia, insieme ai dati raccolti da ISTAT e YouGov in Italia, ha documentato un fenomeno interessante: le coppie che riescono a superare un tradimento spesso ne escono rafforzate, ma solo se entrambi i partner sono disposti a fare un lavoro profondo e doloroso su se stessi e sulla relazione. È come riparare un osso rotto: se fatto bene, il punto di frattura diventa più resistente di prima.

La roadmap per ricostruire

Se decidete di tentare la strada della ricostruzione, ci sono alcuni elementi assolutamente non negoziabili. Il primo è la trasparenza totale e brutale da parte di chi ha tradito. Stiamo parlando di password condivise, movimenti chiari e tracciabili, e soprattutto la disponibilità a rispondere a qualsiasi domanda, per quanto dolorosa o ripetitiva.

Il secondo elemento cruciale è il lavoro sulle cause profonde. Se il tradimento è stato la conseguenza di problemi irrisolti nella coppia, ferite personali dell’infanzia, o dinamiche tossiche, questi nodi vanno sciolti con l’aiuto di un professionista. È completamente inutile mettere un cerotto su una ferita infetta.

Il terzo punto, spesso sottovalutato ma fondamentale, è il fattore tempo. Ricostruire la fiducia non è questione di settimane o mesi, ma di anni. E il processo non è mai lineare: ci saranno giorni in cui tutto sembrerà possibile e giorni in cui vorrete mollare tutto.

Prevenire è sempre meglio che curare

La domanda da un milione di euro: si può prevenire l’infedeltà? La risposta onesta è “ni”. Non esistono garanzie al 100% in amore come in nulla nella vita, ma ci sono sicuramente strategie che riducono drasticamente il rischio di trovarsi in questa situazione.

La comunicazione emotiva è il vaccino numero uno contro il tradimento. E non stiamo parlando di “come è andata la giornata al lavoro?” ma di conversazioni vere, profonde e vulnerabili sui bisogni emotivi, le paure nascoste, i desideri inespressi. È impressionante quante coppie convivano per anni senza mai parlare davvero di cosa li fa sentire amati, desiderati e apprezzati.

Un altro elemento fondamentale è mantenere viva la curiosità reciproca. È facilissimo dare per scontato il partner dopo anni insieme, ma le persone cambiano continuamente, sviluppano nuovi interessi, nuove paure, nuovi sogni. Continuare a essere curiosi del proprio partner è come innaffiare una pianta: sembra banale, ma è vitale per mantenerla in salute.

Infine, non sottovalutate mai l’importanza di coltivare la vostra autostima individuale. Una persona che si sente realizzata, sicura di sé e completa è molto meno probabile che cerchi validazione esterna in modi distruttivi per la coppia.

La verità scomoda che cambia tutto

Secondo i dati del 2024, circa il 25% degli italiani ammette di aver tradito almeno una volta nella vita. Un numero che fa riflettere e che dimostra quanto questo fenomeno sia più diffuso di quello che vorremmo credere.

Ma ecco la verità che potrebbe cambiare il modo in cui guardi alle relazioni: l’infedeltà raramente ha a che fare solo con l’attrazione fisica o la mancanza di principi morali. È il sintomo visibile di bisogni emotivi non soddisfatti, di ferite dell’infanzia mai elaborate, di dinamiche di coppia che si sono incancrenite nel silenzio e nella routine.

Questo non significa assolutamente giustificare chi tradisce – ferire il partner resta sempre una scelta sbagliata e dolorosa – ma capire le cause profonde può fare la differenza tra dire “sei una persona cattiva” e dire “hai fatto una cosa terribile per motivi che possiamo comprendere e forse affrontare insieme”.

L’amore vero non è mai semplice, e le relazioni durature richiedono un lavoro costante, consapevole e a volte faticoso. Ma se c’è una cosa che ci insegnano tutte queste ricerche è che la maggior parte dei problemi di coppia, tradimento incluso, si possono prevenire o affrontare con consapevolezza, comunicazione e, quando necessario, l’aiuto di un professionista.

La prossima volta che senti parlare di un tradimento, ricordati che dietro ogni storia c’è sempre un universo di complessità umana che va molto oltre le apparenze. E se la tua relazione sta attraversando un momento difficile, non vergognarti di chiedere aiuto: a volte uno sguardo esterno e professionale può illuminare dinamiche che dall’interno è impossibile vedere chiaramente.

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